Descrizione
Lettera A
- acchiatura: tesoro nascosto
- acimu: azzimo, di pane non lievitato bene che veniva cotto male al forno.
- ampasciuni: cipolle selvatiche
- annare: cercare
- antera: caposquadra dell'antu
- antu: squadra di donne contadine
- ascquari: bruciare, pizzicare in bocca. tiaulicchi ascquanti
- attani: il padre
Lettera B
- bbaugliu: bara
- buccunotti: bocconotti: paste farcite di mostarda
Lettera C
- Calavresi: Talsano
- canigghia: crusca
- cannedda: verme, bachetto che si forma quando le cose vanno a male.
- cannizzu: telaio fatto di canne usato per essiccare i fichi da conservare per l'inverno.
- cantru: orinale
- capasa: vaso di creta per conservare cibarie
- capasoni: grande recipiente di creta usato per conservare vino o olio
- Capu: Lu Capu e' il Salento.
- capucanali: festa agricola di fine raccolta
- carasunieddu: scampagnata del Lunedi' di Pasqua (aveva come meta tradizionale la chiesa dell'Annunziata)
- casu: formaggio, cacio.
- casricotta: cacioricotta.
- catalogna: tipo di cicoria coltivata, che di solito si cucina per preparare il piatto di fave e cicoria.
- catara, catarieddu: recipienti di rame usati per cuocere il cibo al fuoco del focolare poggiati su un treppiede.
- cattare: comprare.
- cazzare: schiacciare, ad es. "cazzare li mennuli" vuol dire schiacciare le mandorle.
- chiatrori: il ghiaccio che si forma la notte quando la temperatura scende sotto zero, brina.
- chiavutu: bara
- ci ma sce' sciamu, ci nonci masce' non ci sciamu cennu: (gioco di parole) se dobbiamo andare andiamo, se non dobbiamo andare non andiamo
- cipponi: la pianta della vite
- cippu (a): "roba a cippu" era merce ordinaria a buon mercato. Viene dall'inglese cheap. Qualche emigrato di ritorno dall'America l'aveva introdotta nel paese.
- coffa: recipiente metallico a paniere. Veniva usato perlopiù nell'edilizia. Va fa coffi - traslazione dialettale del "fuck-off" inglese.
- cornula: carruba
- crai: domani
- crasta: grande recipiente di terracotta usato un tempo per fare il bucato con la cenere.
- cruecchu: bastone ricavato da un ramo con un'estremità a forma di uncino: usato per abbassare i rami degli alberi quando si raccoglie la frutta.
- cupeta: dolce croccante fatto con zucchero caramellato e mandorle intere.
- cutularsi: muoversi
- cutumaru: vasaio
- cuturzu: schiena, dorso
- cuzzedda: lumaca. Normale lumaca da giardino. Quelle più grandi vengono chiamate cozze.
Lettera D
- ddimmurari: tardare
Lettera E
- Eeeerdia!: Quando il carrettiere voleva far arretrare il cavallo faceva questo grido. Invece per farlo correre il grido era un semplice "Ah! Ah!". E per fermarlo: Iiiiisci!
Lettera F
- fai e ffogghi: letteralmente fave e foglie. Cibo tradizionale fatto di purè di fave e verdura lessa (di solito cicoria).
- fatia: lavoro (fisico)
- fatiari: lavorare
- fedda rrussata: fetta di pane arrostita tenendola vicino alla brace
- fichi ccucchiati: fichi con le mandorle. Dopo aver tagliato i fichi a metà ma senza separare le due metà, si facevano seccare al sole sui cannizzi.Quindi si preparavano mettendo le mandorle abbrustolite intere al centro tra 2 fichi che venivano pressati aperti l'uno sull'altro.Infine si portavano sulle ramere al forno ad arrostire. Venivano conservati in capase o addirittura capasuncieddi, per essere mangiati durante l'inverno. Erano la merenda e i dolci per i piccoli.
- firricieddu: piccolo ferro sottile a sezione quadrangolare usato per fare un tipo di pasta fatta in casa, li pizzicarieddi
- fricularsi: strofinarsi
- follare: rimestare coi piedi la massa di graspi e vino in fermentazione nelle fermentine.
- frisedda: pane secco confezionato in piccole porzioni rotonde. Dopo una breve cottura il panetto viene tagliato in due con uno spago e le due parti sono rimesse nel forno.Questo dà alla parte superiore della frisedda la caratteristica superficie rugosa. Si mangia inzuppandola nell'acqua e poi condendola con olio e pomodoro (frisedda spunzata).
- fucaliri: focolare
- furoni: salvadanaio
Lettera G
- gghiascioni: lenzuolo
- gnuru: nero
Lettera I
- Iddu e Edda: Lui e Lei: indicano i due protagonisti principali di un film.
Lettera L
- laiana: le fettuccine fatte a mano
- laianaru: matterello usato per fare le fettuccine
- lamia: terrazza sul tetto delle case
- lauru: spirito folletto della casa
- limmu: recipiente di argilla usato per lavare la biancheria
- luvatu: lievito.Il lievito veniva scambiato tra vicini.
Lettera M
- mappa: ramo d'albero
- mari: mare
- massa: fettuccine fatte con olio e ceci: venivano servite ai poveri il giorno di San Giuseppe dai devoti che preparavano le "Tavole"
- mazzu: magro
- menna: mammella
- mennula: mandorla
- menza: recipiente metallico usato per travasare il vino.
- minzana: recipiente di terracotta usato per trasportare l'acqua in campagna. Veniva riempita di poltiglia bordolese alla conza e portata all'operaio addetto all'irrorazione.
- mieru: vino dal latino vino puro.
- mmuddatu: bagnato; "pezza mmuddata": persona senza iniziativa (letteralmente panno bagnato).
- moni: adesso
- morra: gregge
- mucatu: sporco
- mucchiareddu: uno dei due tipi di funghi più diffusi nelle terre incolte intorno al paese. L'altro è "lu carduncieddu" (cardoncello). Lu "mucchiarieddu" si trova, come dice il suo nome, nelle macchie tra i cespugli di timo.
- muccu: moccio
- mucculoni: moccioso
- munnari: potare, specialmente riferito agli alberi di olive. "Munnatori" è l'operaio specializzato in questo lavoro. "Monna" descrive, invece, il lavoro.
- munetula: altro fungo, simile al porcino, che si trova nelle macchie vicino al paese.
- muntagnulu: calabrese, abitante delle montagne (calabresi)
- muntirroni: mucchio
- muzzicari: sgusciare (fave)
Lettera N
- naca: culla
- nagghiru: Il capo degli operai stagionali che lavoravano alla produzione dell'olio di oliva negli oleifici.
- nannaronchiula: rana
- nannauercu: orco
- Naredda: Sopra Naredda era una localita' vicino al Convento dove la gente ammassava i covoni di grano per trebbiarli. Il terreno roccioso permetteva di usare i cavalli oltre la trebbiatrice meccanica.
- ninninedda: rondine
- nusterza: ier l'altro (dal latino dies tertia)
- nuzzu: Il residuo solido della lavorazione delle olive per produrre olio.
- nzurarsi, nzuratu: sposarsi, sposato (dal latino uxor)
Lettera O
- omu: uomo,contadino
- onza: oncia. Misura di peso. Dal farmacista si comprava un'onza di olio di ricino.
Lettera P
- palommi: (lett. colombe) dolci di Pasqua fatti con la stessa pasta dei taralli col pepe e dei bocconotti. La pasta veniva intrecciata per contenere uno o più uova sode. Erano i dolci tradizionali per la scampagnata di Pasquetta alla Nunziata (carasunieddu).
- paramentu: stabilimento per la produzione del vino.
- paramintari: lavoratori stagionali addetti alla spremitura dell'uva. Un tempo venivano spesso dal Salento.
- Parduni: I penitenti incappucciati che nelle feste della settimana santa girano a 2 a 2 da una chiesa all'altra camminando lentissimamente. "Li parduni to passi annanzi e tre arretu".
- Pasana: nome di donna che viene dalla Madonna di Pasana venerata nella chiesetta sulla strada tra Lizzano e Sava. Era una meta tradizionale dei pellegrinaggi assieme a S. Cosimo della Macchia (vicino Oria), la Madonna della Camera (chiesetta sulla strada per Monteparano), la Madonna di San Crispieri e la Madonna di Lourdes a Pulsano.
- pasctizzi: castagne secche
- patedda: tipo di lumaca col guscio marrone uniforme.
- patrunu, patrona: padrone, padrona
- persa: fretta
- pigghianculi: cachi
- pignata: il recipiente di terracotta usato per cuocere le fave e altri cibi al focolare.
- pila: lavatoio di pietra
- pirruculu: trottola
- piscrai: dopodomani
- pisciaturu: orina
- pizzicarieddi (pl): tipo di pasta fatta in casa lavorando la farina per creare dei fili sottili a mano che venivano tagliati a pezzi e poi cavati col firricieddu. Di solito era fatta con farina di gruessu (integrale): ciò che dava alla pasta un caratteristico colore scuro.
- ponnere: puntare
- Poponni (lu): L'Uomo Nero : si diceva ai bambini per spaventarli: "mo arria lu Poponni!"
- Poppiti: Gli abitanti "ti lu Capu", del Salento.
- puccia: focaccia. La puccia alla vampa è la focaccia fatta al forno con la stessa pasta del pane. Il fornaio prendeva un pezzo di pasta la stendeva con le mani e la cuoceva prima di infornare il pane. Veniva mangiata farcita di olio e pomodori.
- puddichi: taralli tradizionali di Pasqua
- pummitori: pomodori
- punticci: brufoli
- putea: bottega
- putrisinu: prezzemolo
Lettera Q
- quandiera: vassoio usato per servire pasticcini
Lettera R
- rimesa: stalla
Lettera S
- samuratu: scipito, senza sapore
- sansicu: maggiorana
- scaleri: piante di carciofi
- scappari: fuggire
- scarcioppuli: carciofi
- scarfaliettu: scaldino. Veniva riempito di brace e passato sulle lenzuola d'inverno per riscaldarle.
- scarnicare: scavare
- scasciare: rompere
- scazata: (alla scazata) - a piedi scalzi
- sciarabbai: biroccio
- scucchiari: scegliere
- scurzoni: serpente
- seta: melograna
- sintina: residuo liquido della lavorazione dell'olio
- spaccachianchi: gioco consistente nel gettare delle monete in alto su un selciato regolare con mattonelle. Vince chi ha la moneta caduta piu' vicina alla fessura tra una mattonella e l'altra. Si giocava di solito nella piazza davanti l'edificio scolastico.
- sparatrappu: cerotto. Probabilmente proviene dal francese sparadrap
- spasa: grosso recipiente piatto e tondo usato per cuocere e servire cibi. La spasedda è invece il tappo corona.
- spicciare: finire
- spiulu: voglia. Cacciarsi lu spiulu:togliersi la voglia.
- spunzari: inzuppare
- spuragnari: spremere
- Stoni: il "fiume" di Lizzano : un torrentello che si riempie di acqua solo durante le pioggie.
- stricaturu: asse di legno con scanalature usato per strofinare la biancheria mentre si lavava.
- stumpaturu: la parte dello stabilimento dove una volta venivano pestati coi piedi i grappoli d'uva prima di gettarli nelle fermentine assieme al mosto.
Lettera T
- tampagnu: coperchio
- taranta: tarantola (ragno), tarantella
- Tavuli di San Giseppu: Le Tavole di San Giuseppe:la pratica religiosa di alcune famiglie di preparare per San Giuseppe una quantità abbondante di cibo. Questo viene esposto la sera prima della festa e quindi distribuito (una volta ai poveri) a parenti e amici dopo essere stato benedetto.
- tiaulicchiu: peperone
- ticitu: dito
- ticitoni: alluce e pollice
- tummunu: tomolo, misura di superficie pari a circa 6300 mq. Un tomolo era formato da 2 minzetti e 8 stuppieddi. Il tomolo era anche una misura per derrate come olive, mandorle, etc corrispondente alla capacità di un apposito contenitore. Le due misure avevano nomi uguali perchè per seminare un tomolo di terra serviva all'incirca un tomolo di grano.
- trainu, trainiere: carro, carrettiere
- travagghiarsi: darsi da fare
- tricchiti: Il gioco della lippa. Lu tricchiti è appunto la lippa,un legnetto appuntito da ambedue i lati che si fa saltare in aria con la mazza (una tavola piatta) e poi si lancia lontano con la stessa.
- tricchi-tracchi: Strumento usato al posto della campana nelle cerimonie della settimana santa.Troccola.Si tratta di maniglie di cassetti montate su una tavola che agitata con la mano produce un caratteristico suono.
- tumi: cespugli di timo
Lettera U
- uccettu: pezzo squadrato di tufo usato per la costruzione delle case.
- unguli: baccelli delle fave
- uscari: bruciare, pizzicare in bocca. "Usca!": Brucia!
Lettera V
- valanu: contadino, bifolco
- vangali: molare
- vitriulu: solfato di rame usato per preparare la conza cioe' la miscela che poi veniva irrorata per proteggere la vite dalla peronospora.
- vuddicu: ombelico.
- Vummili recipiente di terracotta usato per tenere fresca l'acqua d'estate.
- zangoni: dente di leone.Una delle erbe selvatiche che viene raccolta per cuocerla e mangiarla. Assieme alla cicoria selvatica (cicuredda), la "sanapa" (?) , lu "culutipuercu" (sic!).
Lettera Z
- ziccari: cominciare
- zirru: recipiente per l'olio
- zuccatori: spaccapietre
- zucculoni: ratto
- zuppari: rompere, infrangere: "zuppari lu sicchiu morire" (letteralmente rompere il secchio)
- zuzzuviu: cavalletta