Descrizione
In varie località del paese, soprattutto uscendo fuori dalla cittadina, si possono godere distese di uliveti e vigneti, mentre il fiore all'occhiello risulta essere la Marina di Lizzano.
Lizzano presenta un clima prevalentemente mediterraneo, con temperature miti anche di inverno.
Caratterizzano il paesaggio agrario gli uliveti, estesi per circa un sesto della superficie, e le colture arboree miste, ficheti e mandorleti, alternati ai seminativi e al verde mare dei vigneti. Purtroppo, le coltivazioni arboree vanno a poco a poco diminuendo, soppiantate da colture più redditizie e renumeranti. Gli incolti e la tipica vegetazione spontanea, la macchia mediterranea, utilizzati per il pascolo e spesso fatti oggetto di scempio e distruzione, occupano le zone relativamente più alte e perlopiù rocciose.
L'allevamento riguarda prevalentemente ovini e caprini.
L'agricoltura
Lizzano, impronta la sua economia principalmente sulle produzioni ortofrutticole, prevalgono in maniera diffusa le zone di uliveti e vigneti, producendo così olio e vino di pregevole fattura, facendo di Lizzano membro dell'associazione "Città del Vino".
L'attività agricola è affidata generalemente all'iniziativa individuale, non opportunamente incentivata e quindi, piuttosto carente a livello associativo, se non proprio tecnologico, e rappresenta la seconda attività di singoli che hanno già una prima principale occupazione e che dedicano alla coltivazione dei prorpi piccoli appezzamenti il tempo libero. Nel settore della viticoltura ci si è sempre più specializzati, specie nell'ultimo decennio, sia per nuove varietà di uve innestate, sia per i più moderni sistemi di impianto e coltivazione, con un'evoluzione dal tipo di vite ad alberello a quello a pergolato, con i sistemi a spalliera e a tendone che consentono maggiore produzione e una più favorevole esposizione delle uve ai raggi del sole. Pianta tipicamente radicata nel territorio è il Negramaro, ma non mancano altre varietà di uve, tra cui il Primitivo di Lizzano, la Malvasia Nera, la Malvasia Bianca etc.
Non mancano piantagioni di altro tipo come la produzione di rape, pomodori, peperoni, meloni, angurie, patate etc. Diffusissime sul territorio risultano soprattutto le fave e le rape, dove le prime formano con una specifica pianta di Lizzano (la cicoria), il famoso piatto tipico "fai e ffogghi", pietanza formata da un purè di fave e dalla cicoria lessa. Mentre le rape danno luogo a un piatto tipico di Lizzano, ma di importazione barese, le "orecchiette con le cime di rapa", piatto composto da squisite orecchiete (con preparazione artiginale e casareccio) e rape.
Per quanto concerne la produzione di ortaggi prevale il pomodoro, di qualsiasi tipologia esso sia (dal ciliegino al S. Marzano), è ancora tradizione oggi nelle maggior parte delle famiglie locali farsi provvista di salsa fatta in casa. Nel campo della frutta, oltre all'uva, vi è anche una larga produzione di meloni ed angurie, che è possibile assaggiare e degustare anche da parte di turisti nel periodo dello svolgimento della manifestazione Agritur Lizzano D.O.C. Festival, evento eno-gastronomico che si svolge nella seconda decade di Agosto a ridosso della festa S. Gaetano.
I piatti della tradizione
Lizzano, essendo un paese prevalentemente agricolo, basa la sua cucina sui prodotti che offre la terra, a partire dai legumi, passando per ortaggi e verdure. Le "fai e ffogghi" sono i piatti tipici del paese, che consiste nel purè di fave accompagnato da verdura lessa (cicoria) o da peperoni verdi fritti; anticamente si amava degustare questo piatto con l'uva, di solito il Primitivo.
Cibo tipico risulta anche la "pettola", che si prepara il giorno del 22 Novembre in occasione di S. Cecilia, la pietanza è composta da un impasto di farina, acqua e sale che successivamente viene fritta in una pentola di olio d'oliva, le dimensioni sono abbstanza piccole perciò se ne preparano molte; si preferisce gustare questo tipo particolare di frittella appena calda per poter assaporare così la sua croccantezza.
Per ciò che riguarda la carne, i Lizzanesi prediligono la carne ovina, soprattutto l'agnello, proprio quest'ultimo è una componente di un altro piatto lizzanese, "la carne alla pignata" piatto composto da carne di agnello, pomodoro e patate, ricetta vuole che, se si ha a disposizione un camino, la cottura di questo cibo avvenga in una giara di terracotta (pignata) posta sui carboni ardenti. Piatto tipico lizzanese, ma di importazione barese, sono le "orecchiette con le cime di rapa", preparato con orecchiete fatte a mano secondo ricetta tradizionale e rape di campagna.
Per via della vicinanza con la città di Taranto, i Lizzanesi amano gustare prodotti ittici, tra cui le più importanti risultano le cozze, preparate in qualsiasi modo, si degustano crude con un pizzico di succo di limone, ma vengono preferite quando vengono preparate con il sugo e la pasta oppure gratinate (con mollica di pane) al forno. Con le cozze vi si prepara il piatto "riso, patate e cozze", piatto dove viene preparato l'impasto di riso, cozze e patate con un pizzico di basilico e pomodorini, il tutto messo in una teglia e poi cotta al forno.
Piatto tipicamente lizzanese è la "massa con i ceci", dove la massa è un particolare tipo di pasta, fettuccine finissime preparate a mano accompagnato appunto dai ceci lessi; tale piatto viene particolarmente esaltato durante la preparazione delle Tavole di S. Giuseppe. Si possono anche degustare delle particolari cipolle selvatiche chiamate "ampasciuni", la cui pianta si trova sotto terra, si preparano in qualsiasi modo, lesse, al forno, sott'olio, come condimento in un'insalata ed hanno un retrogusto tipicamente amaro.
Le "rape e fagioli" è un'altra pietanza diffusa nelle cucine Lizzanesi, dove le rape vengono stufate e dopo cucinate assieme ai fagioli (di solito i cannellini), anche questo piatto viene particolarmente esaltato durante le Tavole di S. Giuseppe. Particolare tipo di pane è la "frisedda" (frisa), pane secco confezionato in piccole porzioni rotonde. Dopo una breve cottura il panetto viene tagliato in due con uno spago e le due parti sono rimesse nel forno. Questo da alla parte superiore della frisedda la caratteristica superficie rugosa. Si mangia inzuppandola nell'acqua e poi condendola con olio e pomodoro (frisedda spunzata). Nel campo dei formaggi, prevale su tutti la "casricotta" (cacioricotta), derivato dal latte di pecora e lavorata come una ricotta sino a farla diventare quasi densa.
Il vino regna incontrastato, come bevanda, sulle tavole dei Lizzanesi, di tutti i tipi dalla Malvasia Bianca, al Negramaro per poi passare dal Primitivo.
Oltre all'uva, si possono assaporare varie tipologie di meloni e angurie. Nel campo dei dolci, oltre a dolci tipici preparati in occassione delle tavole devozionali S. Giuseppe, spunta su tutti la "ncartiddáta" (la "cartellata"), non è altro che un pezzo di un impasto di farina e uova, che una volta lavorata la si appiattisce con il mattarello formando strisce sottilissime e subito fritte, dopo vengono cosparse di miele e anicini multicolori o con il zucchero a velo. Tipi di dolci abbinati con la frutta sono i "fichi ccucchiati", fichi con le mandorle. Dopo aver tagliato i fichi a meta' ma senza separare le due meta', si facevano seccare al sole sui cannizzi.Quindi si preparavano mettendo le mandorle abbrustolite intere al centro tra 2 fichi che venivano pressati aperti l'uno sull'altro.Infine si portavano sulle ramere al forno ad arrostire. Venivano conservati in capase o addirittura "capasuncieddi", per essere mangiati durante l'inverno. Erano la merenda e i dolci per i piccoli.